Piazza Torre di Berta – Sansepolcro

Esisteva un’economia che nasceva da qualcuno del popolo che, avendo un certo spirito d’iniziativa e l’ambizione di migliorare, insieme alla propria condizione, quella della famiglia, diveniva imprenditore, faceva diventare famosa la sua città, e faceva naturalmente anche i soldi per sé stesso.
Poi è arrivata una imprenditoria che ha cancellato le prime due lettere (IM) e come unico traguardo ha messo i soldi, da raggiungere sfruttando le risorse della famiglia.
IL POST CHE DI SEGUITO pubblichiamo dà, attraverso cosa pensa la gente, un’immagine veritiera dell’economia di un borgo italiano e della rabbia che gonfia dentro tanti cittadini.

Sansepolcro – Discussione Piazza Torre di Berta

Domenica scorsa attirava l’attenzione un gruppetto di persone che, poco sommessamente, anzi con urli e qualche litania discuteva in piazza. La miccia era stata accesa da uno di quelli seduti sulla panchina, uno con pochi capelli e tutto baffi, lo chiamano Superbaffo.

<< Me dici che c’entra sto caedro con dentro ‘nna pianta, ‘mmezzo a la piazza, al posto de la vecchia torre? >> e uno di quelli che gli stavano difronte, ritti, uno basso e grosso, quasi rotondo

<< Ma ‘nsi leggé, è el caedro de Aboca, se ‘nnte pieci è perché sì ‘nn’ignorante >>.

<< Ma v’ammerdì l’uva, ‘mbecille, anche ‘nna cosa pell’intellettueli giva bene pe ‘nna settimena, ma lasciere ‘ncaedro qui da du’ anni vol dire che ci sta fisso. Te peri de mette ‘ncaedro pubblicitario al posto de la torre de Berta, è come o pegio de buttalla giù ‘nn’altra volta. O se rifà la torre o ci se metté ‘nna colonna che punti ’nsu o se lascia la piazza libera. Co’ sto ghiozzo de ferro pare ci sia cascheta ‘nna bomba. Ci vol qualcosa, come ‘nna colonna che salga dal centro ‘ndu era la torre, che salga dico, scolpita giro giro come san fere gli artisti e racconti de ‘nfuturo belo pi citti. ‘Nveci de metté matoni rossi e caedri pubblicitari.

Si avvicina un passane, che ascoltava, un giovane alto e magro, elegante

<< Lei è un poeta e i poeti e i matti hanno sempre ragione. S’è per quello di piazze rosse ne vogliono o ne volevano fare tre, un’altra giù ai Servi e un’altra ancora in piazza Santa Marta. E credo per metterci altre sculture come questa, le fanno rosse apposta perché risaltino meglio i solidi di Luca Pacioli, poi gli tolgono la prima “i” e i solidi diventano soldi >>, ride.

<< Perché anche a lei non gli pieci el caedro de Aboca? >> fa l’uomo quasi rotondo

<< Intanto, mi scusi, questo non è un caedro ma un dodecaedro e…>>

<< E’ ariveto l’intellettuele >> alza la voce Superbaffo << caedro o dode, basta capisse, ma un cristiano normale potrà dire dode…me so già scordato el seguito>>

<< Insomma, sete sempre a criticare >> interviene uno biondiccio che sembrava un ascoltatore neutro << sto borgo more e se ariva qualcuno che, caedri o dode, Pacioli o Piero, piazze grigie o rosse, dà lavoro, lasciatelo stare, se…>>

<< No >> lo interrompe il giovane elegante << ha ragione lui, il paese non è in vendita, tanto meno il Pacioli e Piero devono servire per reclamizzare una ditta mettendogli a disposizione, tra l’altro gratis, le piazze del Borgo rifacendo le pavimentazioni, magari con un riquadro in pietra centrale perché risalti meglio il gadget pubblicitario >>

<< Meno male >> piglia cipio Superbaffo << che qualcuno c’ha ancora ‘nna molica d’amore pel Borgo, neanche la Buitoni se sarebbe azzardeta a sfruttere el centro storico pi su’ interessi, e era la Buitoni, che nei su’ cenci era la pasta nel mondo >>

<< Aboca è la nuova Buitoni, anche più grossa >> bercia l’uomo rotondo << Aboca tra poco è più de la Nestlè >>

<< Perché parli a cianfo? >> gli fa superbaffo << ‘Ndu si neto se sente russere el padreterno, tornici ch’è meglio, la Nestlè è un elefante, come poteva essé la Buitoni, Aboca ‘nna formichina e pù…>>

<< lasciate stare la Nestlè, che è una multinazionale … >> dice il giovane

<< Anche Aboca lavora in sedici paesi >> ribatte l’uomo rotondo

<< E’ vero >> riprende il biondiccio << è una potenza, altro che Buitoni, non ce la farà ancora con la Nestlè, ma non è lontanissima >>

<< Sentite >> fa il giovanotto elegante << Nestlé fattura un centinaio di miliardi di euro e Aboca trecento milioni, fate voi. Aboca all’estero ha degli uffici, reti di vendita, la Buitoni aveva quattro stabilimenti di produzione, cinque con Aprilia, Francia, Stati Uniti e Brasile, circa diecimila dipendenti e un fatturato di tutto rispetto. Sono logiche imprenditoriali diverse quelle di Nestlè e di Carrefour, altra azienda che fattura cento miliardi. Eppure la Buitoni, azienda di famiglia, ha portato con se, dovunque è andata, valori sociali sconosciuti alle multinazionali che ho citato. La Buitoni nel 1888 fondò la Banca Popolare di Sansepolcro, confluita nella Banca popolare Aretina nel 1938; la Buitoni ha costruito la centrale elettrica, una tra le prime in Italia, tanto che il Borgo ebbe nel 1912 la corrente quando ancora molte grandi città non l’avevano. Negli anni Trenta la Buitoni promosse la Perugina e con un suo poligrafico finanziò ricerche nel settore pubblicitario, facendo scuola, esempio manifesti e confezioni di alto livello estetico e la collezione di figurine col Feroce Saladino, di cui si parlò in tutto il mondo.

Pietro Barilla, quello che nel 1979 ha riportato in famiglia il pastificio che avevano venduto i suoi fratelli alla Grace americana, e per rilanciare la pasta, negli anni Ottanta, si servì di una collezione di figurine, ad un giornalista del Corriere che lo accusò di aver copiato la Buitoni, disse testualmente che ogni imprenditore dovrebbe copiare lo spirito con cui i vecchi Buitoni, come Adriano Olivetti e il Leopoldo Pirelli della Bicocca intendevano fare impresa. Noi Barilla cominciammo a fare la pasta nel 1877, Buitoni cinquant’anni prima >>

<< Poi però >> fa il biondiccio << come sono finite Buitoni, Olivetti e Pirelli? >>

<< Queste ditte hanno subito un degrado di natura simile, legato al passaggio dalla gestione familiare al delegare i famosi manager, il passaggio dagli uomini capaci e lavoratori a quelli scadenti che volevano fare i signori senza lavorare. Ma la gente, noi popolo, deve guardare ai Pietro Barilla, che era dello stampo di Giovanni Buitoni, il quale, magari con un buon pizzico di paternalismo, promosse nel mondo l’imprenditoria che fa dopolavoro, asili, biblioteche con prestito ai dipendenti eccetera>>

<< Bravo citto >> fa superbaffo << anch’io la penso come te anche se non so dillo bene. La Buitoni non sfruttò mai el Borgo pi su interessi e n’esportò oltre a la pasta la voglia de stà meglio tutt’insieme. Ora ‘nveci caedri ne le piazze, ‘ntorno al Giardino ‘du dano da mangere a la gente a pagamento, va a finì che se lasci l’uscio aperto ci se troverà, al posto dei fornelli, ‘ncaedro anche ‘ncucina.

Sarà che al Borgo sien diventeti tutti cozzi e ‘nse capisca più ‘nna sega?

Ci armanga a noi poveri almeno Piero della Francesca e Luca Pacioli, lasciamoli ‘npace ‘ntu i loro musei senza sfruttalli per quela o quel’altra ditta e simmai ‘npiazza ci va messa la storia e la Buitoni è l’unica storia de come se campeva al Borgo, senza dovello affittà o vendé.

La Buitoni viaggieva con l’Isotta Fraschini e a molti dava ‘nna bicicletta, questi ogi viaggiano ‘nbicicletta e dano si e no ‘nna scarpa. ‘Nse va lonteno >>.

A questo punto l’omo rotondo si scaviglia e sembra volersi scagliare fisicamente su superbaffo. Interviene il giovanotto

<< Eh no, non scadiamo nella rissa. Se volete, ci si ritrova qui al bar uno di questi giorni e porto con me dati esatti sulla nostra economia, passata e presente e ne parliamo, ma senza gridare. Arrivederci >>-

<< Artorna citto, noi te s’aspetta >> gli dice Superbaffo.

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